Così,la notte ..
(La lasciai con i suoi scarni criteri
sotto il nero liscio concavo cielo:
ben presto sarebbero venuti,
a ispezionare le rovine della torre
(Era una faccenda di sangue)
(Oh,così, la notte )
Quando il sole tramontava piatto all’orizzonte
– nel cerchio delle montagne nemiche–
lei era la più morta,
la assoluta cosa,
acquistava una sua mollezza disperata
( con una pietà quasi impersonale).
E ovunque era,
lo stillicidio esilissimo
come sciami di uccelli rosa feriti
e una computazione fredda
– ne la innaturale quiete
ne gli immemorabili tempi-
Con una sorta di implacabilità
il cuore batteva come un cuore mostruoso
si trovava ancora nello stadio della nudità:
dall’erba gelida contro la notte
ogni ultimo germe,
quella lenta claustrale estinzione
(le facce straniere,
la muta attesa).
30 GIUGNO 2013-06-30
grazie molte – e il mio saluto- a voi:valeriu2it axsax, masticone, lallaerre, poetella
In questa atmosfera “gotica” e palpitante di “mostruosi” palpiti a ritmare il tempo di tempi “immemorabili”, mi pare tuttavia di sentire qualche sospiro (o eco) della pascoliana “Digitale purpurea” e del dannunziano “notturno gelo” della “Sera fiesolana”, echi di una civiltà poetica sepolta ma non dimenticata…
gentilissimo Fulvio Sguerso, dopo queste tue ulteriori annotazioni , mi verrebbe da autodefinirmi “suprema decadente” ( in qualche riassuntivo modo, ehh
( sono andata a recuperare su internet “La digitale purpurea” che io non avevo mai letto ) e se devo dire la verità solo tu – attraverso le tue personali conoscenze- reminiscenze potresti dirmi come tu potuto pensare a questo specifico accostamento direi:-)) per il resto ti ringrazio nel complesso perchè con queste tue osservazioni mi dai l’ importante input di approfondire autori e poetiche ..
grazie a te, che hai sempre qualcosa da riportare
“…lei era la più morta,
…………………………..
acquistava una sua mollezza disperata”
“Nel cuore un languido fermento
d’un sogno che notturno arse e che s’era
all’alba, nell’ignara anima, spento.”
“
Ma anche: “E ovunque era,
lo stillicidio esilissimo
come sciami di uccelli rosa feriti…”
“L’aria soffiava luce di baleni
silenziosi…………..
…I piedi mi tenea la folta
erba
…….
ringrazio il generoso ( oltreche attento lettore e profondo conoscitore della materia e storia poetica in toto direi 🙂 Fulvio Sguerso per tutte le sue annotazioni
ringrazio anche : ninaesposition, IImezzanotteII , Federica Galetto
grazie a ksenjalaginja per l”attenzione.. un saluto
ringrazio molto il gentile r.
un saluto