NOTE DI GIACOMO CERRAI su gruppo di poesie anni 2020_2021_2022 , la cui titolazione sarà
“QUEL LINEARE ,RAGGELATO AZZURRO”
” Intanto toglierei la poesia di introduzione, inutile fare exergo di sé stessi, non aggiunge molto, a un lettore che legge per la prima volta le sue poesie.
Ho trovato buono il ricorso al tempo passato, che storicizza il lirico che c’è in questi testi, e lo allenta in senso narrativo, con quel ricorso – anche – alla terza persona singolare. Con qualche rado passaggio ad un io che con una certa “lei” (alter ego suppongo) sembra dialogare. Queste scelte stilistiche aggiungono non poco all’aura un po’ misteriosa che questi testi trasmettono. Immagino poi che i corsivi siano evidenziazioni di senso o accenti su cui calcare per una lettura e questo mi piace (ci sono piccolissimi errori di ortografia da correggere)
Nel complesso viene alla mente un paesaggio oscuro, come quelle foto che a volte pubblica su facebook, un giardino quasi incolto in cui la vivacità è data soltanto da rossi densi (ombrato rosso non rosso). E non dubito che di ispirazione siano certe escursioni nel paesaggio che credo lei faccia. Il paesaggio le appartiene, ma come una riduzione dell’esistente, o una sua manifestazione epifenomenica che lo spirito non può migliorare. Il delitto, il sangue è sempre in agguato, il paesaggio è come una scena del delitto, è spietato (è senza galateo, per tirare in ballo Zanzotto), come esempio di questo citerei LE VIOLE SPLENDONO FREDDE
Sempre nell’insieme direi migliori forse quelle del 21, più ampie, più – per quanto possibile!- ariose (sono quasi tutte assai interessanti)
Meno validi testi dichiaratamente narrativi, come UN FIUME COLORE DI AMBRA oppure E SI ERA ANDATI – VERSO I CAMPI DI PORPORA, che perdono quell’aura tra il simbolico e l’onirico che spande sempre il suo fascino. Continua a leggere →
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