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POESIE anno 2023

18 Dic

 

POESIE DEL  2023

QUEI SILENZI NOTTURNI COME CAVATI

C’era qualcosa

di cerebrale (- e degenerato-)

quasi come il fare versi:

quei silenzi notturni

come cavati,

le lividure sotto

il crudelissimo sole di mezzogiorno,

l’assedio della natura bellissima Continua a leggere

APPAIONO QUI ( E SONO GIA SOMMERSI)

28 Nov

( Quasi sorreggessero sciami di farfalle immobili

in un altro mare

si sommergevano subito,

nella febbre ardente dell’ etisia.

nel pulsare del giugulo….)

Ci si disegnava    in nero

sul fondo di cristalli opachi, Continua a leggere

ANOMALA E BRUCIANTE

5 Nov

(…La terribile fascinazione

di quelle volute rossastre sulla superficie silente

di queste vite…)

Cogliendo la gialla luce del sole

e le ombre lunghe

per un corto sentiero grigio cenere Continua a leggere

” SU I LONTANI -VIOLACEI -MONTI “

6 Ago

“ Sui lontani (violacei) monti

si imbuiava

tra gli alberi rosso fuoco

( del rogo infame,

della persecuzione affamata)

e le siepi di mortella…”

In quell’imbrunire

nella immensità dei seminati

degli sterpeti- Continua a leggere

GLI INVERNI FURONO

11 Lug

( Gli inverni furono

di un freddo medievale:

una brughiera inaridita,

l’orizzonte affilato,

e ogni neutra goccia pareva una scintilla di saldatura

gherlini di acciaio)…

Era ora di uscire nell’ azzurro di estate, Continua a leggere

LE SCARNATURE STRETTE

24 Giu

Il lucernario
( mollemente
striato di un soffuso rosso  acqueo)
allora brillava come fuoco,
era quel tramonto, dei colli lontani.

E il fiume
profondo limpido freddo
scorreva
pieno di erbe ondeggianti: Continua a leggere

ABBACINANTE – E SCABRA( QUALE RASCHIATOIO)

7 Mag

DONNA SEDUTA PANCHIN A GEORGE SEGALEra una estranea bellezza

abbacinante- e scabra quale raschiatoio

-da piombo fuso

un ingoiamento incessante

nel calore cupo

tra le fasciate fissate figure alla george segal..

Nei penetrali della selva Continua a leggere

NOTE DI EMILIO CAPACCIO [ SU LIMINAMUNDI]

15 Apr

LIMINA MUNDI “QUEL LINEARE RAGGELATO AZZURRO” di Dominica Villa Balbinot

“Dominica Villa Balbinot deve avere un conto in sospeso con la Natura o deve avere qualche oscuro legame ancestrale con i popoli del bosco. Forse un tempo in cui genietti e spiritelli erano stanziati sul pellame d’una foglia accartocciata o sotto gli ombrellini sforacchiati delle querce e delle betulle, era la comandante della guarnigione delle genziane sull’argine del ruscello, o era a capo dello sciame piratesco Continua a leggere

NOTE DI APPROFONDIMENTO DEL CRITICO GIACOMO CERRAI

1 Mar

NOTE DI GIACOMO CERRAI su gruppo di poesie anni 2020_2021_2022 , la cui titolazione sarà

“QUEL LINEARE ,RAGGELATO AZZURRO”
” Intanto toglierei la poesia di introduzione, inutile fare exergo di sé stessi, non aggiunge molto, a un lettore che legge per la prima volta le sue poesie.
Ho trovato buono il ricorso al tempo passato, che storicizza il lirico che c’è in questi testi, e lo allenta in senso narrativo, con quel ricorso – anche – alla terza persona singolare. Con qualche rado passaggio ad un io che con una certa “lei” (alter ego suppongo) sembra dialogare. Queste scelte stilistiche aggiungono non poco all’aura un po’ misteriosa che questi testi trasmettono. Immagino poi che i corsivi siano evidenziazioni di senso o accenti su cui calcare per una lettura e questo mi piace (ci sono piccolissimi errori di ortografia da correggere)
Nel complesso viene alla mente un paesaggio oscuro, come quelle foto che a volte pubblica su facebook, un giardino quasi incolto in cui la vivacità è data soltanto da rossi densi (ombrato rosso non rosso). E non dubito che di ispirazione siano certe escursioni nel paesaggio che credo lei faccia. Il paesaggio le appartiene, ma come una riduzione dell’esistente, o una sua manifestazione epifenomenica che lo spirito non può migliorare. Il delitto, il sangue è sempre in agguato, il paesaggio è come una scena del delitto, è spietato (è senza galateo, per tirare in ballo Zanzotto), come esempio di questo citerei LE VIOLE SPLENDONO FREDDE
Sempre nell’insieme direi migliori forse quelle del 21, più ampie, più – per quanto possibile!- ariose (sono quasi tutte assai interessanti)
Meno validi testi dichiaratamente narrativi, come UN FIUME COLORE DI AMBRA oppure E SI ERA ANDATI – VERSO I CAMPI DI PORPORA, che perdono quell’aura tra il simbolico e l’onirico che spande sempre il suo fascino. Continua a leggere

IN CERTI PAESAGGI MORBOSI

16 Feb

In  certi paesaggi  morbosi

di cruda oppressura, di certi gialli sfatti

bruttava un  affocato colore

in un tono cupo teso al viola:

pareva quasi una grazia,

profondamente intrisa di crudeltà.

Oltre quelle finestre zigrinate Continua a leggere

Tragico Alverman

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Una stanza senza libri è come un corpo senz'anima.

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Pensieri disgiunti in universi congiunti.

LIMINA MUNDI

Per l'alto mare aperto

VILLA DOMINICA BALBINOT [POESIE-PROSE-QUADRI]

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